Andrea Camilleri, il famoso autore siciliano che ha dato vita agli amatissimi romanzi del Commissario Montalbano diventati poi una serie televisiva di successo, si è spento all’età di 93 anni.
Considerato universalmente uno dei migliori giallisti italiani degli ultimi vent’anni, Andrea Camilleri ha regalato al suo vasto pubblico di lettori più di cento libri continuando a pubblicare anche negli ultimi anni e restando sempre in vetta alle classifiche dei libri più venduti. È stato anche ideatore di uno stile linguistico tutto suo: il vigatese, un mix di italiano e siciliano che ha reso i suoi libri davvero unici. Sempre dalla parte della verità, lo ricorderemo come un uomo saggio che ha trascorso la sua vita tra i libri, la cultura, il teatro e le innumerevoli sigarette!
Maestro di scrittura e sensibilità, non ha mai abbandonato la sua passione per la parola nemmeno con l’avanzare dell’età e della malattia perché diceva “se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano”.
Ciao Andrea Camilleri, ci mancherai.
Autore: DueCi
Il mistero degli Inca di Cussler Clive; Brown Graham
Quando l’aereo più avanzato mai progettato scompare sopra il Pacifico meridionale, l’ex agente della CIA Kurt Austin e la sua imperturbabile spalla Joe Zavala vengono coinvolti in una corsa mortale per localizzare il velivolo perduto. Russia e Cina bramano la tecnologia dell’aereo, ma gli Stati Uniti devono occuparsi di un problema ben più oscuro. L’X-37 nasconde infatti un segreto pericoloso: è carico di un materiale rarissimo estratto dalla parte superiore dell’atmosfera e conservato a una temperatura prossima allo zero assoluto. Finché rimane congelato, il carico è inerte, ma se si dovesse scongelare potrebbe scatenare una catastrofe di proporzioni inimmaginabili. Dalle Isole Galápagos alle giungle del Sudamerica fino a un lago ghiacciato sulle Ande, da molti ritenuto la culla della civiltà incaica, l’intero team della NUMA dovrà rischiare il tutto per tutto nel tentativo di evitare il disastro.
Premio Strega 2019, vince Antonio Scurati con 228 voti: “Dedico la vittoria ha chi ha combattuto il fascismo”
Lo strega 2019 lo vince Antonio Scurati con ‘M. Il figlio del secolo’ (Bompiani), romanzo storico sull’ascesa di Mussolini e sulla conquista feroce del potere da parte del fascismo. Il favorito della vigilia conferma il pronostico, grazie a un libro che ha ottenuto un grande successo di pubblico – più di 120mila copie vendute – e di critica. Un volume di oltre 800 pagine che arriva fino al delitto Matteotti e che nella notte del Premio ha ottenuto ben 228 voti. “Sono felice della vittoria ma sono anche molto contento che altri italiani leggeranno questo libro. Potranno conoscere meglio la nostra storia: con la speranza che non si ripeta, anche in forme diverse”, ha spiegato l’autore alla fine.Scurati aveva già partecipato alle edizioni del 2009 e del 2014 dove era arrivato sempre secondo. Stavolta a presentarlo c’era Francesco Piccolo, suo rivale cinque anni fa. Un successo senza precedenti: ben 101 voti in più della seconda classificata. Che è Benedetta Cibrario con ‘Il rumore del mondo’ (Mondadori) con 127 voti, terzo Marco Missiroli con ‘Fedeltà’ (Einaudi) che ha avuto 91 voti; Claudia Durastanti è quarta con ‘La stranierà (La Nave di Teseo) che ha raccolto 63 voti e Nadia Terranova arriva quinta con ‘Addio Fantasmi’ (Einaudi Stile Libero) e 47 voti.
La cerimonia si è svolta come al solito al Ninfeo di Villa Giulia a Roma, i votanti sono stati 556 su 660. Il libro di Scurati è il primo di una trilogia: il suo risultato e il secondo posto della Cibrario, con un testo dedicato al Risorgimento, segnano la stagione del grande ritorno del romanzo storico italiano. Come aveva spiegato lo scrittore a “Repubblica”, è necessario un nuovo impegno civile: “Era ora di riscrivere questa storia da dentro. Perché il lettore diventasse antifascista alla fine e non all’inizio della lettura”. Dopo la vittoria, per Scurati è stato il tempo delle dediche: “Dedico la vittoria ai nostri nonni e ai nostri padri che furono prima sedotti e poi oppressi dal fascismo e soprattutto a quelli che poi fra loro trovarono il coraggio di combatterlo. Vorrei dedicare il Premio anche ai nostri figli con l’auspicio che non debbano tornare a vivere quello che abbiamo vissuto 100 anni fa. Una dedica speciale a mia figlia Lucia”.
Premio Strega 2019, dubbi e voci in vista della finale.
Da un “vincitore annunciato” (Marco Missiroli con “Fedeltà”) a un nuovo favorito per la vittoria finale (Antonio Scurati con “M.”): ma davvero il primo gruppo librario italiano si lascerà sfuggire il premio Strega per il secondo anno consecutivo? A proposito, circola già un nome importante per l’edizione 2020… – I retroscena de ilLibraio.it“Ai tempi di Ferrari sarebbe stato impensabile…”. Il riferimento è all’ex numero uno di Mondadori Libri Gian Arturo (che, tra l’altro, a quanto ci risulta sta lavorando al suo primo romanzo). È una frase che si sente pronunciare spesso in queste settimane che portano alla finale del premio Strega 2019, in programma giovedì 4 luglio al Ninfeo di Villa Giulia. Sì perché c’è stato un (lungo) tempo, in cui la vittoria allo Strega del primo gruppo librario era praticamente una certezza (con rare incursioni dell’allora gruppo Rcs Libri, di cui facevano parte Rizzoli e Bompiani), come lo erano le polemiche per il dominio di Segrate. E invece, dopo il successo del 2018 di Helena Janeczek con La ragazza con la Leica (Guanda), per il secondo anno consecutivo il gruppo Mondadori (nonostante tre autori in cinquina, tra cui quello che nei mesi scorsi è stato più volte indicato come il “vincitore annunciato”, Marco Missiroli) potrebbe vedersi sfuggire il riconoscimento letterario italiano più ambito: lo scorso 12 giugno, infatti, la notte della semifinale è stata dominata da Antonio Scurati, autore del bestseller M. Il figlio del secolo (Bompiani, ora nel gruppo Giunti), proposto tra l’altro da Francesco Piccolo, autore Einaudi di punta. Scurati, dicevamo, ha prevalso con 312 voti e, scongiuri a parte, questo potrebbe essere il suo anno. Una vittoria che arriverebbe al terzo tentativo, dopo due sconfitte nei precedenti due: nel 2009 l’autore di M. è stato battuto da Tiziano Scarpa per un solo voto, e nel 2014 proprio da Piccolo per cinque preferenze.L’altra sorpresa della semifinale è stato il secondo posto di Benedetta Cibrario, autrice de Il rumore del mondo (203 voti, più di quanto si attendeva la sua casa editrice, la Mondadori), davanti a Missiroli (ex favorito?): l’autore di Fedeltà (Einaudi) è giunto solo terzo con 189 voti, 123 meno del rivale Scurati. In cinquina, come detto, gli autori del gruppo Mondadori sono addirittura tre: c’è anche Nadia Terranova, autrice di Addio fantasmi (Einaudi Stile Libero), classificatasi quinta con 159 voti dietro a Claudia Durastanti, quarta con La straniera (La nave di Teseo, 162).Pur considerando che nella semifinale i giurati hanno a disposizione tre preferenze a testa, mentre il 4 luglio da regolamento potranno scegliere un solo nome, volendo fare una semplice somma, se Bompiani può contare su 312 voti voti, messi assieme quelli del gruppo Mondadori sono molti di più: 551. Dunque, nonostante l’ampio distacco della semifinale, la rimonta numeri alla mano sarebbe possibile. Ma molto dipenderà da come gestirà la situazione che si è venuta a creare il primo gruppo librario: su chi punterà, sempre che si deciderà di far convergere su un candidato (o una candidata) il numero maggiore di preferenze, seguendo una logica di gruppo? E ancora: all’interno della stessa Einaudi, Torino e Roma si verranno incontro (in favore di Missiroli), o sarà sfida nella sfida, con il rischio che ad approfittarne in quel caso sia proprio Scurati? La realtà è che ad oggi non ci sono certezze sulle strategie che saranno adottate, solo ipotesi e indiscrezioni. Un punto a favore degli organizzatori (cioè la Fondazione Bellonci) che, proprio in risposta alle annuali querelle, negli anni hanno modificato il regolamento e hanno aumentato il numero dei votanti?A proposito, si diceva all’inizio del romanzo a cui si sta dedicando Gian Arturo Ferrari: e se fosse proprio lui, questa volta in veste di autore, uno dei protagonisti dello Strega 2020?
Il sigillo del cielo di Cooper Glenn
Mosul, 1095. Daniel Basidi è un uomo di fede. Eppure teme che stavolta il Signore gli abbia dato da portare un fardello troppo grande. Per anni ha cercato di mettere il suo dono al servizio degli altri. Ma quest’ultima rivelazione, questa rivelazione terribile e sublime, non può essere condivisa con nessuno, è troppo pericolosa. Daniel deve portarla con sé nella tomba. Iraq, 1989. Hiram Donovan è un uomo di scienza. Eppure, quando tocca quella pietra sepolta nella sabbia, si sente come attraversare da una corrente elettrica. E ha paura. Infrangendo la legge e i suoi stessi principi morali, Hiram sottrae l’oggetto dallo scavo e lo spedisce alla moglie, in America. Sarà l’ultima cosa che farà prima di morire. New York, oggi. Cal Donovan è un uomo d’azione. Eppure, non appena riceve la notizia che sua madre è stata uccisa, il mondo gli crolla addosso. Il suo appartamento è a soqquadro, ma i presunti ladri non hanno preso né gioielli, né quadri, né contanti. Che cosa cercassero, Cal lo scopre dopo qualche giorno, in una scatola da scarpe nascosta in fondo a un armadio. Una busta che suo padre aveva mandato dall’Iraq. Ancora sigillata. Dentro, c’è l’ossessione che ha tormentato avventurieri e imperatori, il segreto per cui hanno dato la vita santi e ciarlatani, la minaccia che deve restare sepolta, per il bene del mondo. E ora tocca a Cal proteggerla. A ogni costo.